venerdì, Maggio 17, 2024
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Il racconto della dott.ssa Petruzzo: tornata a casa, dopo mesi, ha trovato un assembramento causato da Salvini

La diretta realizzata da Paola Pretuzzo in occasione dell’arrivo di Salvini ad Avellino

A cura di Marcello Rocco – A partire da fine Maggio, da Nord a Sud, hanno avuto luogo diverse manifestazioni che hanno causato, in spregio ai DPCM nazionali e alle ordinanze regionali, grossi assembramenti senza rispettare né il distanziamento sociale né tanto meno l’utilizzo dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale).

L’ex generale dei Carabinieri Pappalardo, a Milano, in occasione della manifestazione dei gilet arancioni del 30/05/2020
Matteo Salvini, a Roma, in occasione della manifestazione del centrodestra dello 02/06/2020
Manifestazione promossa da diversi gruppi di neofascisti, a Roma, lo 06/06/2020. Gli organizzatori essersi picchiati tra loro hanno aggredito giornalisti e polizia

A distanza di una settimana dai fatti di Avellino che hanno visto protagonista di ammassamenti e cori contro i cugini salernitani, il Sindaco Gianluca Festa, a ricreare nuovi disagi e ressa è stato il segretario nazionale della lega Matteo Salvini, approdato nel capoluogo irpino, lo scorso venerdì, per inaugurare la sede cittadina del carroccio.

Oltre la paura per nuovi possibili contagi, causati da questi comportamenti irresponsabili, è stata tanta la rabbia dei residenti di via Tagliamento che, in diversi casi, si sono visti fermare dalle Forze dell’Ordine mentre si recavano presso le proprie abitazioni quando di fronte ai propri occhi centinaia di supporter del leader leghista erano accalcati, gli uni sugli altri, in diversi casi anche privi delle mascherine.

Per Stylise Magazine abbiamo deciso di dare voce proprio ad uno dei residenti. La dottoressa Paola Petruzzo, laureata e specializzata in alimentazione animale, residente in Veneto da 10 anni, dove si occupa di medicina interna e di nutrizione in una clinica aperta h 24.


Dottoressa Petruzzo da quanto tempo mancava ad Avellino e precisamente quand’è tornata?

Mancavo da 5 mesi. L’ultima volta sono stata a Gennaio. Torno quasi ogni mese ad Avellino e avevo già comprato un biglietto per l’ultimo weekend di febbraio prima che si sapesse dei primi 2 casi in Veneto e Lombardia, ma per questo motivo, nonostante avessi già il biglietto del treno ho preferito non venire. Sono arrivata ad Avellino nel pomeriggio del 5 giugno, praticamente in concomitanza dell’arrivo di Salvini.

Quali protocolli di sicurezza ha dovuto seguire nel suo viaggio di ritorno a casa?

Ho viaggiato da Rovigo a Bologna con un treno Intercity. Ero munita di guanti e mascherina e tra un sedile ed un altro c’era lo spazio per il distanziamento. A Bologna Centrale ho preso la coincidenza per Napoli. Prima di salire sul treno mi hanno misurato la temperatura corporea e il personale di trenitalia ci ha fornito di un kit con guanti, mascherine, gel santificante, acqua e poggiatesta monouso. Arrivarti a Napoli, abbiamo fatto una fila di circa 25 minuti per la rilevazione della temperatura corporea uno distanziato dall’altro. Infine pullman per Avellino.

Ci può raccontare cos’è successo e quali difficoltà ha avuto quando, arrivata ad Avellino, nella strada dove abita, ha provato a raggiungere la sua abitazione per rivedere finalmente i suoi cari?

Sono arrivata ad Avellino con il pullman dell’air. Io abito in via Tagliamento e all’incrocio tra via Esposito e via Tagliamento ho trovato delle transenne che bloccavano il passaggio. Sono riuscita a passare tra una di queste per dirigermi verso il mio appartamento. Al mio arrivo ho notato che al di la delle transenne sostavano accalcate un centinaio di persone. Un poliziotto mi ha fermata chiedendomi dove stessi andando e gli ho detto che mi dirigevo verso casa mia ed infastidita gli ho fatto notare che, mentre io ero munita di guanti e mascherina, li di fronte c’erano numerose persone ammassate.

In questi mesi gli italiani hanno dovuto affrontare tanti sacrifici e restrizioni delle più elementari libertà personali nel tentativo di arginare il propagarsi del visus e arrestare la drammatica scia di morti e sofferenza che ne è scaturita. Cosa ha provato quando davanti ai propri occhi si è trovata un assembramento di centinaia di persone?

Ho provato tanta rabbia! Non c’è stato rispetto nei confronti di tutti quelli che hanno fatto enormi sacrifici per andare avanti. Di chi è stato costretto a non lavorare, di chi ha dovuto rinunciare a vedere i propri cari per lunghi mesi e di chi ancora oggi rispetta il distanziamento. Oltre a questo vorrei sottolineare che per un intero pomeriggio tutte le attività commerciali di via Tagliamento sono state costrette a non poter lavorare poiché l’intera strada è stata completamente chiusa sia al passaggio delle auto che dei pedoni. Ho sentito le lamentele dei vari commercianti, lavoratori che hanno già subito un danno economico gravissimo per il lock down e che venerdì sono stati costretti a stare fermi. In modo particolare mi ha colpito la vicenda della pescheria che ha dovuto buttare il pesce fresco non venduto nel pomeriggio di venerdì.

Per un giorno si è dovuta improvvisare video-reporter. Infatti buona parte del materiale fotografico e video presente in questa intervista è stato realizzato da Lei. Ci spieghi cos’è successo e soprattutto cos’è scattato in Lei.

Ho voluto dare la possibilità di mettere in evidenza quello che stava accadendo. Dal mio punto di vista, dal punto di vista di un cittadino.

In una fase storica dove, in Italia, in pochi prendono posizione e decidono di esporsi per contestare un’ingiustizia anche una pubblica testimonianza, attraverso il rilascio di un’intervista, come ha fatto Lei, rappresenta un atto di coraggio. Per questo La ringrazio.

Ho solo raccontato la mia esperienza. Grazie a voi che mi avete dato l’opportunità di dare voce alle mie parole.

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