sabato, Ottobre 5, 2024
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E se le sconfitte del Napoli non fossero un caso?

 a cura di Marcello Rocco.

 Chi mi segue sa bene che anche nei momenti più duri l’invito che ho rivolto ai tifosi azzurri è sempre stato quello di rimanere al fianco della squadra e vicini alla società, nonostante tutto!

 Del resto una squadra si supporta principalmente nei momenti di difficoltà. Infatti i tanti “tifosi in prestito” acquisiti la scorsa stagione si sono sciolti come neve al sole già durante la “reggenza Garcia”.

 Queste premesse erano d’obbligo per dire che ogni forma di “complottismo” va tenuta a debita distanza.

 Detto ciò, arrivati a questo punto, vale il principio: “Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”.

È quindi lecito pensare, dopo la vergognosa sconfitta con l’Empoli, che sia in atto una “rivolta silenziosa” da parte dello spogliatoio nei confronti del Presidente Aurelio De Laurentiis.

Abbiamo già scritto quanto costerà alla SSC Napoli, sia in termini economici che di prestigio, la mancata partecipazione alla prossima edizione della Champions League (oltre che ai Mondiali per la Coppa del mondo per club FIFA) ma ancora nessuno ha parlato di quanto influirà negativamente tutto ciò sugli incassi al botteghino dei film sul terzo scudetto dei partenopei “Sarò con te”, in uscita nelle sale a breve.

La pellicola, realizzata dalla società di De Laurentiis“FilmAuro”, rischia di essere un flop non tanto per la qualità del contenuto, che almeno da quello che si è visto nell’anteprima promette di essere un film entusiasmante, ma per lo stato d’animo dei tifosi che, sentendosi traditi e umiliati dalla squadra,potrebbero decidere di boicottare in massa le sale cinematografiche.

 

Quanto si sta vedendo in campo è l’”anticalcio”: in pratica l’esatto opposto di quello che il mondo intero, con partecipazione ed entusiasmo, ha potuto vedere neanche dodici mesi fa.

A questo punto è lecito pensare che l’insoddisfazione di tutta una serie di giocatori, per il monte ingaggi volendo citare uno degli argomenti che ha tenuto banco negli ultimi mesi, ha posto in essere un vero e proprio “ammutinamento”, finalizzato a colpire, in primis, Presidente e società. Stato di cose che ha visto inevitabilmente come vittime collaterali gli ignari tifosi.

A qualcuno questa tesi potrebbe sembrare assurda ma lasciatemi dire che suona anche più grottesco lo “storytelling” secondo cui i campioni d’Italia non sanno più giocare a pallone.

Il problema non sono le sconfitte che, per carità, hanno la loro importanza ed il loro peso, ma il fatto che buona parte dei giocatori in campo non fanno neanche finta di impegnarsi. Alcuni non corrono neanche più, si “strascinano”.

Ormai non si riesce a capire perché mister Calzona si ostini a confermare, in linea di massima, sempre gli stessi titolari senza dare spazio a chi, quest’anno, ne ha avuto ben poco come, ad esempio, Mazzocchi. In campo sono stati schierati sempre i “soliti noti” che hanno dimostrato di non meritare di indossare la maglia azzurra.

Il Presidente De Laurentiis ha sicuramente le sue colpe, ammesse dallo stesso pubblicamente lo scorso 29 dicembre, ma di certo non si può imputare a lui la totale responsabilità dello scempio a cui stiamo assistendo.

Se il Presidente del Napoli avesse smantellato la squadra, dopo aver vinto il campionato, sarebbe stato accusato da tutti d’aver voluto lucrare sulla vittoria dello scudetto, distruggendo l’organico che ci aveva riportato sul tetto d’Italia dopo ben 33 anni d’attesa, invece ADL ha tenuto botta confermando la quasi totalità della rosa, perfino giocatori come Osimhen, la cui valutazione economica, dopo la conquista dello scudetto, arrivò a 200 milioni di euro. Cifra che oggi ci sembra impensabile, così come il valore di tanti giocatori che dopo le prestazioni di quest’anno hanno perso appeal sul mercato.

Per questo, ora più che mai, bisogna rifondare il Napoli avendo il coraggio di compiere scelte anche impopolari, al pari di quelle operate l’anno prima della vittoria dello scudetto. Mi riferisco alle partenze dei vari Insigne (da 11 anni al Napoli non prendendo in considerazione le giovanili), Mertens (8 anni in azzurro), ecc., quando molti tifosi criticarono aspramente il Presidente, accusandolo di sostituire i campioni sopraccitati con “sconosciuti” come Kvaralskhelia.

Quest’anno l’era De Laurentiis compie esattamente vent’anni

 Probabilmente siamo al cospetto dell’annata più deludente di questa gestione ma, al contempo, dobbiamo avere la consapevolezza che per vent’anni, dopo essere tornati in serie A, con questa Società, siamo stati ai vertici del Campionato italiano e delle varie competizioni europee.

 Potremo continuare a percorrere questa direzione se nei prossimi anni il Presidente De Laurentiis continuerà a fare i fatti, come nel suo stile di uomo concreto, lasciandosi finalmente alle spalle (si spera!) proclami quotidiani inutili come quelli a cui abbiamo assistito, negli ultimi mesi, sul nuovo stadio o sul nuovo centro sportivo che non hanno fatto nient’altro che creare confusione e malumori, contribuendo a destabilizzare un ambiente già in grande difficoltà.

 

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