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Berlinguer ti voglio bene

Telecronaca dei funerali di Enrico Berlinguer, 13 Giugno 1984. Fonte RAI.

A cura di Marcello Rocco – Sono ormai trascorsi 36 anni dalla prematura scomparsa del Segretario del PCI Enrico Berlinguer.

Nonostante le giovani generazioni non hanno avuto la possibilità di conoscerlo quand’era in vita, in diversi hanno approfondito il suo pensiero e la sua originale elaborazione teorica, quanto mai attuale, attraverso i suoi scritti e le tante testimonianze. Non è un caso che tanti cittadini, a prescindere dal dato anagrafico, avvertono un grande vuoto in questa società sempre più priva di grandi punti di riferimento.

Berlinguer pronunciò il suo ultimo discorso a Padova , il 7 Giugno  1984, durante la campagna  elettorale che avrebbe visto il Partito Comunista Italiano, per la prima volta nella storia della Repubblica, diventare il principale partito in Italia. 

Commovente fu la visita in ospedale del Presidente Partigiano Sandro Pertini che fece in tempo a dare l’estremo saluto e accompagnare personalmente la salma di Berlinguer con l’aereo presidenziale a Roma, pronunciando la frase: “Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta“.

Berlinguer si iscrisse al PCI all’età di 21 anni. Fu Segretario della FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) dal 1949 al 1956, l’anno successivo diventò Segretario della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica, un’associazione internazionale di giovani marxisti.

Nel 1968 divenne deputato ed eletto, durante il 12* Congresso del Partito, Vice Segretario nazionale durante la Segreteria dell’eroe partigiano Luigi Longo

Nel 1969 il Segretario del PCI condannò nettamente l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’URSS

Nel 1969, ad un anno della “Primavera di Praga”, si recò a Mosca, alla guida della delegazione del Partito, per partecipare ai lavori della conferenza internazionale dei partiti comunisti. In tale occasione condannò in maniera netta l’invasione della Cecoslovacchia, definendola senza remora alcuna la: ”Tragedia di Praga”. 

Lo strappo definitivo con l’Unione Sovietica si ebbe il 4 Novembre 1977 quando Berlinguer, durante la celebrazione del 60° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre a Mosca, davanti a 5000 delegati di tutto il mondo e al Segretario Generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica Leonìd Il’ìč Brèžnev, entrò ancora una volta in contrasto con la “linea” sovietica sancendo di fatto la definitiva separazione da quest’ultima, affermando l’intenzione del PCI di costruire un socialismo ”che riteniamo necessario e possibile solo in Italia”.

Il ricordo indelebile della visita in Irpinia a seguito del devastante terremoto del 1980

Ancora oggi, dopo circa quarant’anni, i meno giovani ricordano la visita di Enrico Berlinguer nei centri più colpiti dal terremoto del 1980 dell’Alta Irpinia, con al suo fianco un giovane Antonio Bassolino, in quel periodo segretario regionale del PCI e che di li a poco sarebbe diventato uno dei massimi dirigenti nazionali di quel partito e figura istituzionale di prima grandezza. 

La “Questione Morale”, il “Compromesso Storico” e il duro contrasto ai terroristi delle BR dimostrano la lungimiranza del pensiero di Berlinguer

Nonostante fosse venuto a mancare circa un quindicennio prima di tangentopoli, già nel 1977 sosteneva che: ”La Questione Morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.“  

La strategia del  “Compromesso Storico” elaborata da Berlinguer, dopo il golpe militare in Cile che rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvator Allende, trovò nel Presidente della DC Aldo Moro un valido interlocutore. Tale atto fu ritenuto necessario per mettere la democrazia italiana a riparo da pericoli di derive autoritarie e dalla strategia della tensione che dal 1969 vedeva ostaggio il nostro Paese con una catena di fatti di sangue. Inoltre sarebbe servito a svincolare l’Italia sia dalla sfera d’influenza sovietica che da quella americana.

La politica delle larghe intese si arenò con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro nel 1978. Il PCI sostenne la linea della fermezza e si pose in prima linea con tutti i suoi uomini e le sue strutture per sconfiggere il terrorismo che, in quegli anni, aveva come bersagli anche esponenti del PCI: un nome per tutti Guido Rossa, operaio delegato comunista, assassinato a Genova il 24 gennaio 1979 dopo aver denunciato in fabbrica un brigatista che diffondeva volantini sovversivi che istigavano alla violenza e alla lotta armata.

Da Benigni, a Veltroni, passando per Jovanotti resta il ricordo di un uomo dalla grande umanità

Memorabile fu la presentazione di Roberto Benigni. il 17 giugno del 1983. quando il Partito Comunista organizzò una manifestazione al Pincio, il famoso colle di Roma, poco distante da piazza del Popolo. Da li a breve, il 26 giugno si sarebbe votato per le elezioni politiche, dove si registrò il crollo elettorale della Democrazia Cristiana e il PCI quasi al 30 per cento. Alla fine del comizio il comico toscano prese in braccio Berlinguer il quale sorrise. Un gesto spontaneo che all’epoca destò clamore visto che i politici del tempo erano molto sobri e austeri.

Nel 2014 uscì nelle sale cinematografiche “Quando c’era Berlinguer”, documentario sulla vita di quest’ultimo, realizzato dallo scrittore, già Sindaco di Roma e Segretario nazionale del Partito Democratico, Walter Verltroni.

Tra le varie interviste quella al cantautore italiano Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, il quale descrisse con le seguenti parole la sua percezione del leader del PCI: “Non mi ha mai fatto paura la parola comunista in Italia, perché la associo a quella faccia, a quelle parole, a quella onestà”. 

Il lascito morale di Berlinguer è un’eredità preziosa che dovremmo custodire e valorizzare nella quotidianità

Attuali sono tanti dei messaggi e delle battaglie portate avanti da Enrico Berlinguer come dimostrano le sue parole sempre accompagnate dalla concretezza delle azioni che compiva: “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.

Un esempio, quello di Berlinguer, che dimostra come un tempo, apparentemente lontano e pure così vicino, anche in Italia era possibile fare Politica con onestà, competenza e passione.

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