sabato, Luglio 27, 2024
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Vendita di farmaci sfusi: parte la fase preliminare dell’iniziativa dell’AIFA

Si avviano i primi passi verso una “rivoluzione” nella distribuzione dei medicinali in monodose. L’ambizione è nella riduzione dello spreco di farmaci.

Come rilevato dall’Associazione dei medici e dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale, ogni anno, circa seimila tonnellate di farmaci finiti nella pattumiera.

La soluzione, da sempre, sembrava essere scontata, ma inattuabile a causa delle politiche di gestione delle case farmaceutiche.

Oggi, la vendita di medicinali sfusi rincuora chi si pone il problema di evitare lo spreco di prodotto oltre che del materiale utilizzato per il confezionamento.

L’Aifa in prima linea

L’iniziativa è promossa dall’Aifa (Agenzia italiana del Farmaco) il cui Direttore generale, Luca Li Bassi, ha dichiarato a Quotidiano Sanità:

“Si potrebbe partire per esempio da una classe terapeutica e da un gruppo di farmacie e produttori selezionati attraverso cui sperimentare e perfezionare i meccanismi operativi”.

La pianificazione del progetto richiede tempi e spazi di attuazione specifici e programmati; al momento l’Aifa è impegnata nella fase preliminare, momento cruciale in cui si raccolgono i dati sul territorio, si organizzano le informazioni circa l’organizzazione e l’efficacia del metodo presso altre realtà in cui i farmaci monodose sono già disponibili.

Nel Regno Unito, Germania, Stati Uniti e più recentemente anche di Francia e Svizzera, la sperimentazione è già in stato avanzato e ha ampiamente testato il risultato della scelta operativa.

Punti di forza e criticità del progetto

Le operazioni preliminari sono fondamentali per l’individuazione, preventiva, di eventuali criticità e di una modalità adeguata di distribuzione.

Occorre, pertanto, considerare ogni “attore” coinvolto nel progetto: industrie, medici, case farmaceutiche, farmacie e non ultimo, il fruitore.

Un paziente che acquista un farmaco monodose deve accedere alle medesime norme di sicurezza e di informazione del prodotto che acquista; deve, inoltre, adattarsi ad una nuova modalità di gestione del farmaco stesso e, nei casi limiti, l’alterazione di determinate abitudini, può ingenerare confusione.

Li Bassi sottolinea la premura con cui si gestisce ogni tappa del progetto e che si è vicini all’avvio della fase pilota, anche essa caratterizzata da step predefiniti e da una tempistica, relativamente, lunga.

Gli aspetti positivi della vendita di farmaci sfusi

Una ricaduta positiva, oltre alla notevole riduzione dello spreco, è la limitazione dei costi sia dell’acquirente che delle aziende produttrici; queste ultime potrebbero ottimizzare produzione e distribuzione.

Ulteriore fattore non trascurabile è la permanenza dei medicinali in casa.

Oltre ad occupare spazio, possono essere utilizzati con una posologia errata, dopo la data di scadenza o da bambini mettendo in serio pericolo la loro vita.

L’ambiente sentitamente ringrazia perché sarebbe meno oberato nell’impegno di smaltimento dei farmaci e delle confezioni che li contengono.

Li Bassi aggiunge:

“In alcuni paesi invece di consegnare molti pacchetti i farmaci vengono consegnati in grandi bidoni e in alcune realtà i fogli illustrativi vengono stampati direttamente dal farmacista. Si riducono gli sprechi e si rende più efficiente e sostenibile la produzione”.

Non ci resta che adeguarci alle nuove direttive, nella speranza che chi assume farmaci sia il primo beneficiario della rinnovata modalità di distribuzione.

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