Chi crede che mangiare in piena solitudine sia utile per rilassarsi e stare meglio sta sbagliando tutto. A svelare che questa teoria non porta nessun beneficio al fisico è una ricerca della Oxford University.
Il sondaggio e il risultato
Gli studi hanno infatti evidenziato che condividere il momento dei pasti con altre persone influisce sulla felicità. Al contrario essere da soli insieme al proprio cibo produce un senso di depressione. Questa teoria è accreditata da un sondaggio svolto su migliaia di cittadini britannici. Coloro che sono abituati a consumare pasti in piena solitudine presentano un coefficiente di felicità più basso rispetto alla media.
I motivi della condivisione
Dalla conferma di questo sondaggio vengono elencati i principi per cui condividere i pasti renderebbe felici. Il principale legame tra mangiare in compagnia e felicità riguarda lo stimolo di endorfina nel cervello che porta a sentirsi bene con se stessi. Altro motivo riguarda la qualità di quello che si mangia. Quando si è da soli si tende inevitabilmente a mangiare pasti veloci e poco variegati. Questo influisce sul senso di appagamento facendo diminuire la voglia di cucinare e cambiando le abitudini alimentari.

Una volta a settimana
Secondo la ricerca svolgere un pasto in compagnia almeno una volta a settimana è fondamentale per il proprio umore. Sedersi a tavola in compagnia fa sentire l’individuo supportato a livello sociale ed emotivo. Non a caso, anche soltanto cucinare per gli altri porta ad aumentare il livello della propria felicità.
Disturbi legati alla solitudine a tavola
Disturbi alimentari, come l’anoressia e la bulimia, possono nascere ed essere legati anche a questo aspetto. Spesso, spiega la Oxford University, queste patologie traggono origine dal consumo di pasti in solitudine, poichè si evita il contatto con gli altri. Insomma, il consiglio degli esperti è quello di mangiare insieme per vivere meglio con se stessi, con gli altri e all’interno della società.