sabato, Luglio 27, 2024
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Wwoofing, il lavoro in fattoria che ti fa viaggiare gratis

Il progetto “wwoofing“: poche ore di lavoro al contatto diretto con la natura da domare. Vitto e alloggio barattati con “braccia donate all’agricoltura”.

Una tendenza che sembra essere sempre più condivisa, soprattutto tra i giovani.

Il ritorno quasi nostalgico, ma di certo più consapevole, al lavoro in campagna. Un trend che ci avvicina al quotidiano delle generazioni che ci hanno preceduti e all’emergenza di una crisi lavorativa che richiede spirito di adattamento e creatività.

Un’adesione sempre più numerosa ed entusiasta all’iniziativa, come testimonia la proliferazione dei siti ad hoc su cui richiedere di aderire al progetto.

Le forme con cui “abbracciare” il Wwoofing sono svariate: da posizioni retribuite regolarmente e di lunga durata ad esperienze a breve termine con il “valore aggiunto” del vitto e alloggio.

Un Wwoofing gustoso e caratteristico

In Danimarca, ad esempio, la stagionale raccolta di fragole richiede molta mano d’opera che le aziende agricole retribuiscono con uno stipendio lordo pari a circa 2.150 euro al mese per 160 ore.

Per gli amanti delle temperature rigide la fattoria Miekojärvi in Svezia prevede la pesca del pesce da affumicare, la cura dei cani da slitta e l’aiuto a spalare la neve.

In Portogallo, dopo il lavoro, si è liberi di praticare surf sulle famose spiagge della regione.

Il Wwoofing, un’opportunità eco sostenibile

Il termine “wwoofing” trae le sue origini etimologiche e concettuali dal movimento mondiale “Wwoof”, World Wide Opportunities on Organic Farms.

Una realtà nata nel 1971 in Inghilterra e fondata da Sue Coppard, una donna inglese che si rifugiava nella quiete della campagna per sfuggire al logorio della vita cittadina.

Promuove, così, un movimento che, attualmente, coinvolge volontari e progetti rurali.

Ogni Paese prevede una propria organizzazione indipendente inserita nel “Wwoof”.

Il merito dell’iniziativa è nel promuovere i viaggi low coast in fattorie biologiche, impegnate nell’agricoltura sostenibile.

L’onere lavorativo del wwoofing

I volontari sono impegnati nelle attività agricole per poche ore al giorno.

Gli impegni possono prevedere il giardinaggio, la cura degli animali, la raccolta di frutta e verdura.

In specifiche realtà si richiedono interventi più settoriali, quali apicoltura o la raccolta di erbe aromatiche.

Non è richiesta una particolare abilità o esperienza pregressa. E’, comunque, fondamentale proporsi collaborativi e volenterosi.

I protagonisti del woofing

I partecipanti sono caratterizzati da un’ampia variabilità.

In genere sono studenti, ma sono frequenti le adesioni di interi nuclei familiari. Alloggiano direttamente presso le fattorie e spesso è prevista una dieta vegetariana.

Al “Wwoof” aderiscono anche svariate aziende agricole biologiche italiane. Per partecipare alla sezione del nostro Paese si versa una quota associativa di 35 euro e poi si potrà entrare in contatto con gli oltre 700 host.

StyLise augura ai più intraprendenti, un viaggio memorabile e tanti nuovi amici!

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