sabato, Luglio 27, 2024
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Il sogno “umido” di Baris, annega nell’Egeo abbracciando il suo violino

Un sogno “umido” tra le onde minacciose dell’Egeo. Baris Yazgi, un ventiduenne curdo, si imbarca insieme ad altri profughi, con la disperata ambizione di raggiungere il Belgio per frequentare una scuola di musica.

Lasciava parlare le corde del suo violino, ma non era del tutto appagato dalle sue innate competenze musicale; per questa “ammirevole” volontà di approfondire i suoi studi ha affidato il suo destino al mare.

Il barcone sulla quale si era avventurato era carico, forse fino a trasbordare, di sogni e speranze; tutti bagagli troppo ingombranti per le acque spietate dell’Egeo.

Boris ha smesso di suonare

Il corpo senza vita del giovane musicista è stato rinvenuto abbracciato al suo amato violino, nelle acque che lambiscono l’isola di Lesbo.

Il triste destino di Baris non ha lasciato indifferente la stampa turca fino a raggiungere la sensibilità occidentale.

Il viaggio incontro ai suoi sogni

Era il 23 Aprile ed erano in 18 quel giorno a guardare verso l’orizzonte, su un natante di fortuna.

Di loro sopravvivono le storie raccontate tra le lacrime, una donna gravida proveniente dal Congo e una ragazza del Camerun.

Ora Baris è sepolto ad Istanbul, ma le sue note stanno ancora girovagando per il mondo.

In suo onore, alcuni artisti, hanno deciso di omaggiare la sua memoria con un concerto in cui saranno musicati i suoi spartiti originali.

Una valigia, un sogno ed il suo strumento in fondo al mare

Come si legge sull’Independent di Londra, Baris era l’ultimo nato di 9 fratelli, tra cui Cengiz, suo mentore; condivideva con lui la passione per la musica e ne aveva appreso i primi rudimenti.

Baris si era dimostrato talentuoso e animato da una volontà tenace ed appassionata.

Solo appena pochi mesi aveva, lui stesso iniziato ad impartire lezioni.

Una passione che ha sfidato tutte le sue paure

Dichiara il fratello:

“Amava la musica, amava in particolare la musica classica occidentale. Suonava egregiamente e ormai aveva anche allievi”.

Dove la passione sostiene la vita, Baris trova il silenzio eterno. Si imbarca all’insaputa della famiglia che riconosce il suo cadavere su una foto; Cengiz, singhiozzando e con la voce rotta da una ferita insanabile racconta:

“Ci hanno fatto vedere delle foto e lo abbiamo riconosciuto. Amava tanto il suo violino che non l’ha lasciato andare neppure quando è annegato. Non so perché sia finito su quella barca, credo che non avesse più speranze”.

Ma la speranza è rimasta aggrappata a quel violino, tra le acque di un mare che ha affogato i sogni del giovane Baris.

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