sabato, Ottobre 5, 2024
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Napoli svelata: 6 percorsi gratis e non convenzionali alla scoperta di Parthenope

A cura di Antonio Acernese – «E chi lo sa! Chi lo sa come è Napoli veramente. Comunque io certe volte penso che anche se Napoli, quella che dico io, non esiste come città, esiste sicuramente come concetto, come aggettivo. E allora penso che Napoli è la città più Napoli che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli.» (Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista)

Ebbene si: con la primavera alle porte, la natura che si risveglia e il sole che ci regala i primi dolci tepori, è tempo di relax e gite fuori porta, magari non troppo lontano da casa. Quest’oggi, quindi, saltiamo sul primo treno e andiamo alla scoperta – o meglio ri-scoperta – di Napoli!

Una storia da raccontare

La città partenopea è tra le città più raccontate al mondo, nel bene e nel male, e negli ultimi anni sta vivendo un’intensa rinascita culturale e turistica che l’ha portata alla ribalta delle cronache, risultando ancora nel 2018 la città italiana che cresce di più per presenze turistiche, assieme a Matera. Sempre più turisti affollano i vicoli del centro storico o le pizzerie più famose, i tanti musei come i siti archeologici conosciuti ovunque e ora giustamente apprezzati. Ma Napoli non è solo Spaccanapoli, il Cristo Velato, piazza Plebiscito o il lungomare con vista sul golfo: è anche, ma non solo. C’è una città brulicante di vita e allo stesso tempo incredibilmente tranquilla, che si nasconde in luoghi insoliti, per lo più ignorati dai turisti ma in cui è possibile scorgere l’animo di un intero popolo. Biblioteche storiche, street art, leggende, piccoli polmoni verdi e di quiete a due passi dalla folla caotica dei decumani: fili, storie e intrecci da seguire in 6 percorsi non convenzionali alla scoperta di Parthenope. Se sono pure gratis, meglio. Cominciamo!

Di maghi, sirene e poeti: da Castel dell’Ovo…

Partiamo dal salire (gratis!) sulle terrazze dell’inconfondibile castello del lungomare Partenope. Fu il primo ad essere costruito in città, con i primi insediamenti che risalirebbero addirittura al I sec. a.C. e una storia antichissima e travagliata: tra i tanti, è qui che sarebbe stato esiliato Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano d’Occidente.

Ma le leggende più suggestive si perdono nel mito della fondazione di Napoli e riguardano Virgilio e Parthenope, un mago e una sirena: nell’antica mitologia greca, infatti, Parthenope era una delle sirene che tentò di ammaliare Ulisse con il suo canto e che, disperata per il fallimento, si abbandonò al mare giungendo in fin di vita proprio sull’isolotto di Megaride, alla base dell’odierno castello e a breve distanza dal punto dove, dopo secoli e secoli, i coloni cumani fondarono la greca Neapolis. Al poeta latino Virgilio, considerato negli anni successivi alla stregua di un mago e protettore della città, è legata invece la storia del nome del Castum Ovi, secondo cui egli avrebbe nascosto nei sotterranei proprio un uovo, la cui rottura avrebbe comportato il crollo dell’imponente edificio e disastri in tutta la città!

…a Piedigrotta

Usciamo dal borgo Marinari per dirigerci al capo opposto del lungomare: passando per Mergellina e piazza Sannazzaro, dove c’è una bella statua raffigurante proprio la sirena Parthenope, giungiamo quindi al parco Vergiliano a Piedigrotta, con entrata ancora una volta libera. Oltre a nascondere bei scorci insoliti proprio su Castel dell’Ovo e sul golfo, il parco ospita la monumentale tomba del poeta Leopardi, morto a Napoli nel 1837, e un colombario di età romana da sempre ritenuto il luogo di sepoltura proprio di Virgilio. Nella quiete del verde scopriamo anche l’ingresso della Crypta Neapolitana, l’incredibile galleria scavata nel tufo della collina di Posillipo che per secoli ha garantito le comunicazioni con Fuorigrotta e la zona flegrea. Ebbene, la leggenda popolare vuole che lo scavo in una sola notte del tunnel fu un’altra incredibile prodezza del “mago” Virgilio

Tra culto ufficiale e religiosità popolare: le 500 cupole e le incalcolabili edicole sacre

Vuoi per essere una città da sempre stretta tra un vulcano e i pesci, vuoi per le decine di dominazioni straniere, Napoli è da sempre profondamente cristiana e allo stesso tempo neanche troppo sottilmente pagana. La religiosità ha assunto così innumerevoli forme: se la religione ufficiale, quella di vescovi e nobili, si è trasformata nella città delle 500 cupole – molte strette nei vicoli del centro storico e straordinarie – il vissuto popolare ha dato vita a centinaia di edicole votive ancora oggi visibili ovunque. Evoluzione del culto greco-romano e da sempre anarchico rispetto al controllo ecclesiastico, si tratta a volte di notevoli scrigni d’arte direttamente in strada, spesso ex voto molto antichi e ancora curati.

Fu così che il culto politeistico fu sostituito da una costante devozione a Santi ancora oggi molto amati nei quartieri: non solo San Gennaro – che capeggia, ad esempio, nell’affresco (addirittura di Mattia Preti!) nell’edicola di Porta San Gennaro, aggiunta come ex voto per la scampata epidemia di peste del 1656 – ma anche Sant’Antonio da Padova, San Vincenzo, Santa Patrizia o Sant’Alfonso. A Santa Patrizia di Costantinopoli è anche legato un prodigio della liquefazione del sangue, simile a quello più famoso, che secondo la tradizione avverrebbe tutti i martedì e il 25 agosto nella Chiesa di San Gregorio Armeno, nel cuore del centro storico. Ancora una volta culto popolare e liturgia ufficiale si mescolano, fino a confondersi l’uno nell’altro. E questi sono solo alcuni dei 52 Santi Patroni di Napoli, non a caso un numero inarrivabile in tutta la Penisola.

Musei, archeologia e biblioteche: gratis, o quasi

Dalla religione al mondo della cultura, visto che sono innumerevoli i luoghi storici o artistici aperti liberamente al pubblico. L’entrata è gratuita, infatti, nello storico e un po’ macabro cimitero delle Fontanelle, alla Biblioteca Nazionale di Napoli nelle stanze di Palazzo Reale – che spesso ospita interessanti mostre –, a Castel Capuano e alla Biblioteca De Marsico al suo interno, all’incredibile parco archeologico del Pausilypon (gratuita la visita libera, a pagamento con guida) e al piccolo museo dell’Università L’Orientale. Per gli studenti universitari e gli over 70 sono gratuiti anche i ben 5 musei scientifici dell’Università Federico II (Real Museo mineralogico, museo zoologico, di Antropologia, Paleontologia e Fisica). E infine anche tanta arte moderna: ospita spesso mostre gratuite il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, il complesso di San Domenico Maggiore nel centro storico e infine le stazioni dell’arte della metropolitana di Napoli, per cui spesso vengono organizzate anche visite guidate sempre gratuite (info sul sito dell’ANM).

Napoli da altri punti di vista

Che siate stanchi del solito panorama da cartolina o che abbiate voglia di altri punti di vista, le opportunità di certo non mancano. Dal parco Virgiliano di Posillipo – e attenzione alla confusione con il Vergiliano di Piedigrotta! – è possibile godere di un memorabile panorama sull’altro grande golfo partenopeo, quello di Pozzuoli: ai vostri piedi Bagnoli con l’isola che non c’è / Nisida e i resti della vecchia Italsider, in lontananza Pozzuoli, Baia, Bacoli, Monte di Procida e il promontorio di Capo Miseno, fino a scorgere Procida sovrastata da Ischia. L’altro punto di vista da cui vedere la città è direttamente il mare: noleggiare un kayak è l’ideale per esplorare le mille insenature della costa di Posillipo e vivere il rapporto tra la città e il suo mare, spesso negato e difficile, in maniera incredibile.

Street art revolution

Concludiamo questo viaggio nel mondo dell’arte di strada, che negli ultimi anni ha decisamente preso piede in città, sia in pieno centro storico che in periferia. Nella centralissima piazza Gerolamini si trova l’ormai famosa Madonna con pistola di Banksy, mentre è un figlio di Napoli come Jorit Agoch ad aver dipinto l’altrettanto famoso San Gennaro, che campeggia su via Vicaria Vecchia, all’ingresso di Forcella. Jorit è anche l’autore di molti murales in zone più periferiche, come i bellissimi e giganteschi Maradona e Che Guevara dipinti sulle facciate del “Bronx” di San Giovanni a Teduccio, diventato subito luogo di curiosi. Altrettanto efficace è stata la creazione di un vero e proprio “Parco dei Murales” sulle facciate di anonime palazzine popolari nel quartiere Ponticelli: artisti come Zeus40, Zed1, Mattia CDO, lo stesso Jorit e tanti altri hanno contribuito a rivitalizzare la zona, oggi meta di turisti tramite veri e propri street art tour nell’estrema periferia orientale.

Tornando in centro sono ancora da segnalare lo storico Maradona di Mauro Filardi, dipinto in pieni Quartieri Spagnoli nel 1990 per celebrare il secondo scudetto del Napoli e recentemente restaurato (in via De Deo, 60), affiancato oggi da un’altra grandissima opera raffigurante la Pudicizia, riproduzione dell’omonima statua custodita nella cappella Sansevero, opera di Francisco Bosoletti; e infine ancora un lavoro dell’artista argentino, questa volta nel quartiere di Materdei: una grande Parthenope di 15 metri su un edificio lungo salita S. Raffaele, affascinante ed insolita rispetto all’iconografia tradizionale della sirena.

Ed è proprio con la bella Parthenope che idealmente ci ricongiungiamo all’inizio del nostro viaggio e lo portiamo a termine, magari con un buon caffè e una sfogliatella, sicuri che non c’è cosa migliore che perdersi tra i vicoli per scoprire da soli gli altri incredibili tesori nascosti del ventre di Napoli.

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