Un disturbo di cui soffrono molte persone si chiama Misofonia, ovvero l’odio per alcuni suoni.
Si ritiene possa essere un disturbo neurologico risultante da un’esperienza negativa riguardo a uno specifico suono, indipendentemente dal fatto che sia forte o debole. Chi soffre di questa patologia prova fastidio anche per suoni di bassissima intensità, come le lancette di un orologio o il respiro di una persona che dorme. Tutto questo può provocare un vero e proprio malessere che può sfociare in reazioni violente come rabbia e ansia.
Le ricerche svolte presso l’University of California hanno portato a nuovi importanti risultati. Si è scoperto che ci sono alcuni particolari suoni che innescano reazioni “combatti o fuggi” (“fight-or-flight”), nelle quali cioè l’organismo si prepara rapidamente a reagire, producendo ormoni come l’adrenalina e il cortisolo, che hanno il compito di preparare all’azione fisica aumentando la frequenza cardiaca, quella respiratoria e il tono muscolare. Questa reazione istintiva è utile nel caso in cui si debba essere pronti a fuggire, per mettersi in salvo, o ad attaccare ciò che costituisce un pericolo immediato.
Un report pubblicato nel 2015 e realizzato da George Bruxner, dice che l’80 per cento dei rumori che suscitano una reazione nei misofonici sono legati alla bocca: masticazione, sbadiglio, rumore di saliva e deglutizione. Nel 60 per cento dei casi sono rumori ripetitivi. Le persone con misofonia sono consapevoli di soffrire di questa condizione e sanno anche che non è qualcosa di normale, cosa che fa ipotizzare l’assenza di problemi prettamente psichici. I misofonici sono anche consapevoli di avere una condizione che limita la loro vita, a tal punto da rendere più difficile la convivenza con altre persone e il mantenimento di rapporti sociali stabili.