a cura di Marcello Rocco.
Fino al 4 maggio 2025, presso le Terme del Foro del Parco Archeologico di Pompei (Piazza Esedra) sarà aperta al pubblico l’opera interattiva “Collòculi @Pompeii” di Annalauradi Luggo, a cura di Antonello Tolve, catalogo Artem edizioni, con il patrocinio del MiC.
Cos’è Collòculi?
Collòculi è un’installazione multimediale interattiva realizzata in alluminio riciclato, materiale simbolo di sostenibilità scelto dall’artista come metafora di rinnovamento.
Scrive Antonello Tolve: “Con Collòculi, l’imponente occhio nato nel 2022 e oggi nel Parco Archeologico di Pompei, le istanze sociali e i dialoghi si intensificano, si rischiarano, aprono una breccia temporale tra un momento primario (performativo-laboratoriale) e un momento secondario (più strettamente fruitivo), dove lo spettatore, resocomplice, è invitato a attivare l’apparato tecnologico, ad ascoltare una storia (un brusio, un battito), una voce corposa, a sentire l’odore nostalgico dell’umanità”.
Le parole di Gabriele Perrotta, curatore dei testi in catalogo
“Collòculi – sottolinea Gabriele Perretta – deriva dalla fusione di due lemmi – collŏquĭum, (colloquio) e ŏcŭlus (occhio) – e nel combinare significato grammaticale e artistico, diventa forma circolare, assumendo come “geometria essenziale” e come “struttura concettuale di sostenibilità” il legame tra persona, opera ed ambiente.”
La presenza di nell’area delle Terme del Foro pompeiane, riattualizza il concetto di socializzazione a cui il Collòculi luogo era adibito, amplificando la connessione tra passato e presente.
Guardare all’interno di Collòculi, la cui pupilla trasmette il video interattivo “We Are Art”, significa “entrare” nell’opera (attraverso un sistema di telecamere gesture recognition) e confrontarsi con i mondi di quattro giovani che hanno affrontato sfide come il bullismo, l’alcolismo e la discriminazione: tematiche attuali a cui siamo tenuti ad offrire sostegno e risposte e che vedono il Parco Archeologico – diretto da Gabriel Zuchtriegel – in prima linea, attraverso una promozione culturale particolarmente attenta alle nuove generazioni e all’inclusività.
Nei lavori di Annalaura di Luggo la forma è la concretizzazione della necessità di invadere e sfondare lo spazio, per accogliere non soltanto il proprio universo immaginifico ma anche per costituire un territorio di approdo, dove sviluppare una poetica in fieri, ovvero processi concettuali formalizzati nell’impiego di nuove tecnologie, verso cui l’artista è naturalmente sedotta. La realizzazione dell’opera ha visto la partecipazione di ragazzi con diverse abilità e con difficoltà di inserimento sociale, coinvolti dalla Onlus 3xTe grazie al sostegno di Intesa San Paolo Private Banking e Luca de Magistris Private Banker Fideuram che hanno inoltre promosso la fruizione accessibile attraverso un’audioguida per i non vedenti.
Così, documentazione storica e innovazione costruttiva – nelle opere di Annalaura di Luggo – diventano forma di società, stimolando, nella diversità dei punti di vista, interessanti processi di reciprocità multidisciplinari spostando l’offerta tecnologica da una fredda concettualità verso esperimenti ed esperienze che hanno la loro unica ragione di esistere nella contaminazione e nella trasversalità, offrendosi come “archeologia” del sentimento.
La biografia Annalaura di Luggo
Annalaura di Luggo (1970) è nata a Napoli dove vive e lavora. Presente alla 58.ma Biennale di Venezia e alle Nazioni Unite di New York, il suo percorso si muove prevalentemente tra ricerca multimediale, fotografia, video e regia. Le sue opere e le sue installazioni, realizzate attraverso la fusione di tecnologia e manualità, dialogano, per complessità e varietà, con il fruitore che è spesso protagonista dell’azione concettuale stimolando riflessioni sulle questioni sociali e ambientali. Ha, con destrezza ed empatia, affrontato i diritti umani (“Never Give Up”, Carcere Minorile di Nisida; “Human Rights Vision” per la Fondazione Kennedy di New York), la cecità (“Blind Vision” presentato alle Nazioni Unite ed al Consolato Italiano di New York), il mondo animale (“Sea Visions / 7 punti di vista”), la natura e la biodiversità (“Genesis” per la 58ma. Biennale di Venezia). Per il progetto artistico Napoli Eden, ha utilizzato l’alluminio riciclato per costruire quattro gigantesche installazioni pubbliche site-specificche hanno incoraggiato il dibattito sulla sostenibilità nella sua città: Napoli. Questo progetto ha ispirato la creazione del docufilm “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella che ne racconta il processo creativo. “Napoli Eden” si è qualificato per la “Consideration” per le nominations agli Oscar 2021 nella categoria Best Documentary Feature. L’alluminio riciclato e la monumentalità ritornano anche in “Collòculi > We Are Art”, una gigantesca iride scultorea che trasmette contenuti multimediali ed immersivi, presentata in anteprima presso la Fondazione Banco Napoli del capoluogo campano e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli | MANN.
Le fasi di realizzazione di Collòculi sono il focus del documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura”, diretto dalla stessa artista, la cui narrazione oscilla tra video arte e cinema sperimentale.
Il documentario si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023, nella categoria Best Documentary Feature e Best Song.
Vasta la sua bibliografia, con interventi dei maggiori critici d’arte e personalità internazionali del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui Paul Laster, Stephen Knudsen, Rajsa Clavijo, Timothy Hardfield, Paco Barragán, Stefano Biolchini, Hap Erstein, Francesco Gallo, Irene Galuppo, Aldo Gerbino, Giulia Gueci, Marcello Palminteri, Demetrio Paparoni, Gabriele Perretta, Antonello Tolve, Vincenzo Trione, Andrea Viliani. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le mostre personali più recenti si ricordano: “Multum animo vidit” presso il PAN-Palazzo delle Arti, Napoli; “Oscurità e sommersione”, presso il Complesso Monumentale dello Steri a Palermo; “Collòculi / Intro-Spectio”, Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano. Il suo lavoro è trattato da numerose gallerie in Italia e all’estero, ed in particolare da JUS Museum (Napoli) e Global Fine Art (New York) che promuovono le sue opere attraverso mostre pubbliche e private e nelle principali fiere d’arte (Art Basel/Scope, New York, Basel & Miami; Roma Arte in Nuvola; Artissima/The Others Fair, The Phair, Torino; Art Verona, etc.) Ha realizzato installazioni permanenti (Museo dell’Istituto P. Colosimo di Napoli, Museo del Carcere di Nisida), temporanee ed interattive (Nazioni Unite, New York; MANN Museo Archeologico Nazionale, Napoli; Fondazione Banco Napoli, Napoli e Chieti; Salone Nautico Internazionale, Genova; Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano, Roma, etc.) volte a modificare la percezione dello spazio e le coordinate visive del reale.
Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei partendo dall’analisi dell’opera, parlando di Narciso, ha fatto un parallelo partendo dall’antichità e arrivando alla contemporaneità dei giorni nostri
“A Pompei abbiamo 26 secoli di arte contemporanea – commenta Gabriel Zuchtriegel, direttore del sito – una storia nella quale possiamo ritrovare diverse declinazioni del tema dello sguardo verso gli altri che è al centro dell’opera di Annalaura di Luggo. Penso, per esempio, alle numerose raffigurazioni del mito di Narciso, che girano intorno alla negazione di quello sguardo, rappresentando l’uomo rapito dal fascino della propria immagine, rispecchiata nell’acqua… un potente monito per un’epoca che rischia di perdersi nello specchio dei social media e di una produzione sfrenata di immagini e selfie, mentre Collòculi ci invita a tornare nel presente e guardare l’altro negli occhi.”
L’opera, accompagnata da un catalogo edito da Artem Edizionicon testi del curatore e di Gabriele Perretta, rimarrà aperta, secondo gli orari del Parco, fino al 4 maggio 2025.