sabato, Luglio 27, 2024
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Michael Jackson in Leaving Neverland: la sua moonwalk in bilico tra inferno e paradiso

Jacko, sin dal suo “acerbo” esordio nel panorama della musica, ha conquistato uno spazio sempre più luminoso, seppur controverso.

Artista eternato e osannato, capace di restare in vita nonostante la Morte lo abbia sedotto e rapito.

Sottolineo “seduzione” perché, nel tempo e per i suoi innumerevoli interventi chirurgici, ha da sempre “corteggiato” un rischio che lo ha condotto altrove, oltre i limiti della vita.

I tentativi di ripudiare la sua immagine e la sua natura stridevano con la sua spontanea attitudine a “cementare” la sua presenza scenica nel mondo.

Un equilibrio che vacilla da sempre

Osannato ed esecrato, ha, tuttavia lasciato segni indelebili che si rinnovano con l’incedere delle sue riconoscibilissime note e dei suoi imitatissimi passi.

Ma Jacko è unico, eternamente in bilico tra un’eterna fanciullezza e le ambiguità di una soffusa idea di perversione.

Un’immagine legata indissolubilmente al suo “chiacchierato” paradiso, Neverland, in cui sognava di vivere il suo mondo con tutte le sue, ancora oscure, ambizioni.

Oggi quelle ambiguità stanno gradualmente conquistando il nitore della certezza.

Moonwalk, diviene l’emblema di una danza corrotta dal dubbio: i suoi “angeli” restavano illibati o costretti a cedere alle attenzioni del loro “eroe”?

Stasera si concluderà il documentario Leaving Neverland, trasmesso in due parti su Nove; uno scenario scabroso che farà vacillare un’icona mondiale sotto il peso di accuse di pedofilia.

E’ un’ombra che aleggia sul personaggio da sempre e che sembravano, legalmente smentite nel 2005.  

Quell’attico al terzo piano…

Un attico al terzo piano, luogo delle presunte “seduzioni” che non smette di ospitare i più atroci dei dubbi sull’innocenza di Jacko.

Tra accuse e controaccuse, la vicenda si lega indissolubilmente alla sua immagine che crolla, almeno in parte, con la messa in onda del documentario.

Un doloroso oblio dalle scene

Proiettato in anteprima il 25 gennaio al Sundance Film Festival di Park City, trasmesso in diversi Paesi esteri, ha totalizzato 1.3 milioni di telespettatori negli Stati Uniti e 2 milioni in Gran Bretagna.

Conseguenza logica e prevedibile, la censura dei suoi brani in Nuova Zelanda e nella Bbc, in un episodio dei Simpson e nel Children’s Museum di Indianapolis che esponeva un poster, un cappello di feltro e un guanto.

Ma la tragedia non controlla la sua potenza distruttrice: coinvolge, difatti, anche sua figlia Paris Jackson.

La ragazza, sconvolta dalle accuse che riemergono da un’apparente calma, tenta il suicidio.

Angelo o demone, Jacko avrà sempre un eco che lo seguirà, una storia che lo osanna e che lo precede, un’ombra che renderà meno radioso il suo ricordo.

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