L’Hellas Verona fa brillare i suoi colori dopo l’ennesimo trionfo. Dimostra di essere la risposta migliore ad uno sport che abbandona i vecchi stereotipi sessisti.
Succede che un cattivo esempio sia il seme per l’apertura di confronti positivi.
Un messaggio “opinabile” può essere condiviso o, al contrario, contrastato palesando sensibilità inaspettate.
Donne con le Donne

E’ il caso dell’Hellas Verona Women, ragazze che non hanno assorbito passivamente un attacco ingiustificato all’impegno femminile nel mondo dello sporti.
Alle parole sprezzanti di Sergio Vessicchio hanno risposto con la solidarietà.
Uomini fateci largo che passiamo noi …
Un gesto che rivela quanto il mondo sia mutato in risposta ad un’apertura al femminile, nei contesti prettamente dominati dagli uomini.
Tuttavia gli strascichi di un’anacronistica posizione sessista si aggrappano, tuttora, ad esili e contestati appigli.
L’uomo investe denaro, dimostra la “spessore” tangibile del potere e lo accosta, forzandolo, ad un’idea di virilità antiquata.
Con le sue parole, Vessicchio, palesa quello spazio “stantio” in cui ancora sopravvivono certi pregiudizi.
Una barzelletta che gli è costata cara

Con la “spontaneità” di un maschio minacciato nel suo territorio, attacca inveendo nel più becero dei modi: “È uno schifo vedere le donne venire a fare gli arbitri in un campionato in cui le società spendono centinaia di migliaia di euro.
È una barzelletta della Federazione una cosa del genere (..) una cosa impresentabile in un campo di calcio”.
Sembra uno slogan di un dopobarba andato a male, un’ulteriore “crepa” nel processo di un’eguale distribuzione di meriti, diritti e competenze tra uomini e donne.
Cosa è, palesemente, mutato rispetto al passato?
La foto delle donne arbitro impegnate a Doha nella preparazione in vista dei mondiali di calcio femminile con due cartelli “noi stiamo con Annalisa, orgogliose di essere arbitri, Forza Annalisa”: la vicenda sessista andata in scena domenica nel campionato Eccellenza in Campania è arrivata fino alla Fifa che ha oggi pubblicato due tweet sul suo profilo ufficiale di sostegno ad Annalisa Moccia, la guardalinee insultata da un giornalista (poi sospeso dall’Ordine dei giornalisti) durante una telecronaca. ANSA/TWITTER/FIFA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

La risposta delle donne che, inneggiano su Twitter, un’ironica e solidale vicinanza alla vittima di tali improperi.
“Siamo tutte impresentabili”, questo è il messaggio “gialloblu” che solleva Annalisa Moccia dalla posizione di “martire” del sessismo nello sport.
“Noi stiamo con Annalisa, orgogliose di essere arbitri”, altro richiamo alla solidarietà da Doha, dove giovani donne arbitro sono impgnate nella preparazione dei mondiali di calcio femminili.
Parole che sanno di “muffa”
Annalisa è una giovane assistente arbitrale della sezione di Nola. Vessicchio la fa inquadrare, la insulta, la sminuisce su un’emittente locale CanaleCinqueTv, prima dell’inizio di Agropoli-Sant’Agnello, gara disputata ieri e valida per il Girone B del campionato di Eccellenza Campania.
n risposta al suo “discutibile” pensiero a voce alta, una messaggio altrettanto “tonante” dell’ Ordine di Giornalistiche lo ha sospeso.
Corollario: Annalisa Moccia 1- Sergio Vessicchio 0