Berlino Est, 1964. La ventiduenne Friederike “Rike” Beck è una studentessa dell’Università di Potsdam. È madre di una bambina di sette anni, avuta da una relazione con il suo primo marito Klaus, uomo violento e pericoloso.
A Berlino conosce Alexander Onyemo, uno studente di ingegneria nigeriano. I due non potrebbero essere più diversi e, contro ogni convenzione sociale, iniziano a frequentarsi e dalla loro relazione nasce una bambina.
Decidono di sposarsi e trasferirsi in Nigeria. Il primo a partire sarà Alex, destinato a ricoprire una posizione di prestigio. Rike, determinata a raggiungerlo, finirà gli esami e dopo estenuanti peripezie burocratiche ed economiche riuscirà ad imbarcarsi con le due figlie.
Il viaggio sarà altrettanto travagliato e l’impatto con l’Africa al principio traumatico, ma in pochi mesi Rike entra a far parte dell’élite locale, composta soprattutto da bianchi provenienti dai più diversi paesi occidentali. Ed è proprio durante queste frequentazioni che Rike si rende conto che il paese è sull’orlo di una guerra civile.
Francesco Ferracin conduce il lettore nella mente della protagonista e – come con una macchina da presa – cambia progressivamente lo stile narrativo: dalla terza persona storica alla forma epistolare per poi passare alla prima persona fino a giungere a uno stile diaristico, serrato, per sfociare – al culmine del dramma umano della protagonista e dell’intero Biafra – in un duro flusso di coscienza.
Il romanzo unisce elementi storici ad una narrazione intensamente personale, esamina momenti chiave del XX secolo e il loro impatto sulle vite individuali e collettive e offre una riflessione profonda sull’umanità in tempi di conflitto.
La Leonessa è un romanzo liberamente ispirato ai diari di C.E.O.