sabato, Luglio 27, 2024
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Robert Downey Jr., una storia di riscatto: dalla prigione all’Oscar

Dopo essere arrivato alla sua terza nomination vince l’Oscar da non protagonista per il film Oppenheimer.

a cura di Marcello Rocco.

Robert Downey Jr. riceve la celebre statuetta come miglior attore non protagonista alla 96ma edizione degli Oscar interpretando il ruolo del subdolo Lewis Strauss, l’uomo che perseguitò Robert Oppenheimer distruggendo la sua immagine pubblica.

Christopher Nolan, vincitore di due Oscar rispettivamente come miglior regista e miglior film (quest’ultimo insieme a Emma Thomas e Charles Roven), ha descritto il presidente della Commissione per l’energia atomica, Strauss, con le seguenti parole che bene fanno comprendere la natura del personaggio interpretato da Downey:

“È un uomo complesso, ansioso dell’approvazione della comunità, anche perché autodidatta, che si era sentito umiliato da Oppenheimer. Robert gli ha dato tanto, fino a perdercisi dentro. Il problema con lui è che è talmente carismatico, una grande star del cinema che ci si scorda che attore incredibile sia”.

Vittoria simbolica anche di uno dei più bravi doppiatori italiani, Angelo Maggio, che con la sua voce ha contribuito a rendere ancora più iconici i personaggi interpretati da Downey.

Oppenheimer, grande vincitore alla notte degli Oscar

Oppenheimer è il grande vincitore di questa 96/a edizione degli Academy Awards aggiudicandosi 7 Oscar a seguito delle 13 nomination ricevute.

Quindi tutto secondo copione: l’Academy premia un film campione d’incassi, con un cast decisamente all’altezza, così come la regia, che magnifica gli Stati Uniti d’America dal punto di vista della supremazia bellica grazie alla quale quest’ultimi mostrano, secondo la loro narrazione, d’aver salvato le sorti del mondo con la distruzione di Hiroshima e Nagasaki causando in totale un numero mostruoso di vittime stimato fra le 150.000 e le 220.000 persone, quasi esclusivamente civili. Tutto questo nonostante l’Unione Sovietica fosse vicinissima a sconfiggere, sul campo, le forze giapponesi. Obiettivo che avrebbe portato al medesimo risultato.

Tante incongruenze storiche nella pellicola di Nolan che però non hanno precluso una pioggia di premi al film che esalta la creazione e l’utilizzo della bomba atomica come unica via per costruire la pace.

Del resto sono tanti i pregressi storici; basti pensare a “La vita è bella”, vincitore di tre premi Oscar a partire da quello come miglior film straniero nel 1999, nonostante il palese falso storico riportato all’interno della pellicola.

Il celebre regista Mario Monicelli, in un’intervista del 2005, criticò fortemente l’accaduto accusando il collega toscano di revisionismo storico dichiarando: “Non come quelle storie inventate, non come quella mascalzonata di Benigni in La vita è bella, quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà”.

Robert Downey Jr., una storia americana di riscatto: dalla prigione all’Oscar

 

Una vita tormentata quella dell’attore che ha conquistato definitivamente il cuore di grandi e piccini interpretando Tony Stark, l’eccentrico miliardario creatore di “Iron Man”. Personaggio chiave nella saga degli Avengers.

Dalla sua infanzia, citata al momento di ricevere la statuetta, si possono capire tante cose di questo straordinario attore, figlio del regista Robert Downey Sr. 

Il suo esordio al cinema avvenne da piccolissimo, a soli cinque anni, nel 1970, recitando in Pound e in diversi film per adolescenti negli anni ’80.

Nel 1992 interpretò il ruolo di protagonista nel biopic Chaplin del 1992 in cui interpreta Charlie Chaplin. La sua brillante performance gli valse anche una nomination agli Oscar che non vinse in quanto contro di lui ci fu uno strepitoso Al Pacino in Profumo di Donna.

Da sottolineare inoltre che proprio quest’ultimo ha consegnato l’Oscar a Nolan per il miglior film.

Venne condannato a tre anni di reclusione con il beneficio della  libertà condizionale e l’obbligo di sottoporsi a test antidroga periodici, dopo che, nel 1996, venne fermato dalla dalla polizia su Sunset Boulevard che lo trovò in possesso di doga e di una pistola. Nel 1997 non si presentò ad un test antidroga e fu condannato a sei mesi di detenzione nella Los Angeles County Jail. Nel 1999 saltò un altro test e commise altre violazioni della libertà su cauzione che lo portarono alla condanna a tre anni di prigione a Corcoran, California, proprio mentre stava per uscire nelle sale cinematografiche il suo ultimo film Black and White.

Rimarrà in carcere un anno. A quel punto un giudice decise di concedergli la libertà a seguito della sua buona condotta.

Durante la sua prigionia Robert Downey Jr. rilasciò una celebre intervista a Vanity Fair in cui racconta la sua vita in carcere. 

I suoi problemi di droga non si esaurirono con l’uscita da Corcoran, infatti, nel 2001 viene fermato mentre girovagava a piedi nudi in stato confusionale per Culver City. Dopo aver recitato nella sitcom Ally McBeal, la carriera di Robert Downey Jr. riparte grazie anche all’aiuto degli amici che lo aiutano letteralmente a rialzarsi sia nel lavoro che nella vita privata.

Dal 2003 chiude con gli eccessi alcolici.

Nel 2015 il Governatore della California Jerry Brown gli concede il perdono definitivo che arriva vent’anni dopo, a seguito della sua richiesta di clemenza, esattamente il giorno della Vigila di Natale.

Attualmente Robert Downey Jr. è tra gli attori più pagati al mondo, basti pensare ai settantacinque milioni di dollari guadagnati, in un solo anno, tra il 2012 e il 2013 grazie ai film Marvel di Iron Man.

La decisione di dare un taglio netto al suo turbolento passato si evince dalle parole scandite dal palco del Dolby Theatre di Los Angeles:

“Vorrei ringraziare la mia terribile infanzia e poi l’Academy, proprio in questo ordine e vorrei ringraziare il mio veterinario… ehm, mia moglie Susan Downey laggiù. Lei mi ha trovato, come un cucciolo abbandonato e da brava veterinaria mi ha riportato in vita. Grazie!”

La storia di Robert Downey Jr. ci insegna come con l’impegno, la disciplina e la forza di volontà ognuno di noi può cambiare (in meglio) la propria vita.

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