Il gotico che si esprime nella sacralità delle Cattedrali non è semplicemente una scelta stilistica, ma l’ “adozione” di un significato in cui far convergere spiritualità e simbolismo; una dimensione che contiene la pienezza del suo senso, l’inesprimibile che trova l’intima parola nell’immaginario.
Uno spazio che accoglie l’immaginario
La concezione di uno spazio che accoglie e che racconta la sua storia si impone tra il XII ed il XIII secolo.
Ed è proprio lo “spazio” ad assumere un intenso valore “emblematico” negli equilibri architettonici e simbolici che si incontrano per assicurare un impatto emotivo.
L’aspetto di “solidità” delle strutture romaniche contrasta e trova slancio nelle colonne e nelle tinte “mistiche” delle vetrate colorate. Atmosfera e architettura si alleano per “costringerti” all’ascesa.
L’uomo si misura con la sua capacità di contattare la spiritualità e con un rispetto “viscerale” per questo luogo sacro e i suoi custodi.
Un timore primitivo ed ancestrale per ciò che vedi, ma che non puoi controllare, che si colloca nei confini nebbiosi tra realtà ed immaginario.
Suggestioni e simbologie
Il silenzio è protagonista e spinge all’introiezione delle sue suggestioni.
Vetrate dai colori stridenti che si proiettano, con impeto, su statue, pitture e rilievi.
Un immaginario collettivo che intimorisce e rassicura, prende vita insieme alle creature che lo popolano.
Nemesi in continua lotta tra loro che sembrano trovare un equilibrio costante: Luce e buio, Santi e Gargoyle, draghi e cavalieri, tutti intenti a mantenere l’eterna e complessa “convivenza” tra bene e male.
La vita nella Cattedrale: tra sacro e profano
Oggi la cattedrale è simbolo indiscusso di sacralità, ma un tempo, durante il medioevo, era ammessa una coesistenza, talora ambigua, tra sacro e profano.
Accanto alle liturgie classiche e pompose, riti popolari con tratti persino dissacranti si alternavano senza sosta.
Ne è esempio lampante la “Festa dei Folli” in cui il Clero diveniva una caricatura da sminuire e ridicolizzare.
La cattedrale, così, diviene uno spazio di vita quotidiano proiettato in una dimensione più a “portata di uomo”.
Il gotico richiede che sia espresso in tutte le sue forme archetipe invadendo l’architettura, la scultura, la musica, la letteratura, la pittura, l’abbigliamento.
Dalla sua forma “pura”, ridondante di archetipi e densa di significati mistici ed inquietanti, assume forme sempre più lontane dalla fonte fino alla sua estremizzazione.
Il Gotico nella letteratura
Le opere tipicamente gotiche prendono forma nel XVIII in Inghilterra e sono accomunate da elementi che non possono essere confusi con nessun altro stile letterario.
L’atmosfera che echeggia tra le righe si fa cupa e onirica, i personaggi ricalcano archetipi inquietanti e insidiosi dell’immaginario collettivo.
Suspence e inquietudine sono le chiavi di lettura comune.
Ruderi spettrali e castelli in rovina, la scenografia in cui prende forma la narrazione.
Simbologia volutamente ricorrente a testimonianza della caducità dell’esistenza umana e di un passato che si impone con le sue spettrali reminiscenze.
Vi è un aspetto quasi romantico che fa da eco, un nostalgico ritorno al primitivo, alla Natura al cui cospetto l’uomo si arrende affascinato ed intimorito.
Le prime tracce di fascino e terrore
ll pozzo e il pendolo di E.A. Poe
“Ero stanco, mortalmente sfinito al termine di quella lunga agonia, e quando mi sciolsero e mi fu permesso di sedere, sentii che i sensi mi stavano abbandonando. La sentenza, la terribile sentenza di morte fu l’ultima distinta frase che le mie orecchie percepirono. Dopo, il suono delle voci degli inquisitori sembrò confondersi, in un mormorio indistinto, come in un sogno”.
La casa stregata di Howard P. Lovecraft
“Perfino negli orrori più spaventosi di rado manca l’ironia. Talvolta essa entra direttamente nell’insieme degli avvenimenti, mentre altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi tra le persone ed i luoghi.
Il secondo tipo di ironia è meravigliosamente esemplificato da un caso verificatosi nell’antica cittadina di Providence. A Providence, quarant’anni fa, soggiornava spesso Edgar E Allan Poe nel periodo del suo sfortunato corteggiamento alla signora Whitman, la splendida poetessa di cui era innamorato”.
La bella vampirizzata di Alexander Dumas
“Io sono polacca, nata a Sandomir, vale a dire in un paese ove le leggende diventano articoli di fede, e crediamo alle tradizioni di famiglia come e forse più che al vangelo. Non c’ castello fra noi che non abbia il suo spettro, non una capanna non abbia il SUO nume tutelare. Mella casa del ricco, come in quella del povero, nel castello come nella capanna si riconosce il principio amico e il principio nemico”.
Talvolta questi due principi entrano in lotta, e si combattono. Allora si odono rumori così misteriosi nei corridoi, ruggiti così orrendi nelle antiche torri, scosse così formidabili nelle mura, che gli abitanti fuggono dalla capanna come dal castello, e contadini e gentiluomini corrono in chiesa in cerca della croce benedetta o delle sante reliquie, sole salvaguardie contro i demoni che ci tormentano.
La pittura e scultura gotica
Nella fase iniziale della tradizione pittorica gotica, i temi ricorrenti erano prettamente sacri con colori luminosi che richiamavano le atmosfere auree bizantine.
Narravano leggende di santi, immagini sacre, pale di altare.
Gradualmente, si impone una sorta di antagonismo tra sacro e profano, un “avvicinamento” conflittuale alla vita quotidiana, così distante dalla realtà clericale.
Nel corso del XIV si impongono nuovi generi in cui “convivevano” elementi sacri con temi più popolari.
Nella tradizione italica è possibile distinguere tre differenti stili gotici: il Romanzo legato alle tradizioni romaniche dell’Europa occidentale, il Bizantino fortemente connesso alle tradizioni padane e il Classicista.
I protagonisti indiscussi sono Giotto, Cimabue, Pietro Cavallini e i pittori senesi. Nella scultura Arnolfo di Cambio e Pisano.
Elemento in comune, una spinta “anticlassica”, quasi primitiva in cui la necessità di dinamismo delle forme prevale sull’estetica “pura”.
Dal Medioevo alle note gotiche degli ultimi decenni
La cattedrale di Notre-Dame, oggi simbolo di fragilità in preda ad un fuoco distruttore, a cavallo tra il XII e XIII secolo è stata la protagonista indiscussa dello stile polifonico che caratterizzava l’ondata artistica gotica.
Un equilibrio armonico di più melodie parallele che prende la forma di organum: l’espressione di suoni singoli su cui si estendeva la polifonia di più voci.
Una produzione estesa a più realtà musicali che si levavano verso l’alto ricalcando la medesima ambizione architettonica. I compositori più celebri sono Magister Leoninus e Magister Perotinus, ed il loro predecessore Magister Albertus.
Nessuno può impedirci di fare un salto temporale in direzione delle sue creature “musicali” che, evolvendo in una cultura più vicina alla tradizione letteraria gotica, si esprimo in tutta la sua intensità sonora e nelle atmosfere tipicamente gotica o post punk.