L’installazione di “biblioteche mobili”, si propone come un progetto architettonico al servizio della cultura e per la rivalutazione di contesti disagiati.
Si muovono come le pagine di un libro donando all’informazione il dinamismo di una nozione che corteggia i nostri neuroni.
Un innovativo invito alla lettura
Lo studio di architetti coreani “Space Tong” ha inaugurato di recente i 4 piccoli padiglioni a Seul, in Corea del Sud.
Sono tutte strutture di dimensioni piuttosto ridotte che non passano inosservate per il loro design originale e dai colori sgargianti.
Un lungimirante progetto di rivalutazione del parco
Tutte ubicate all’interno del Parco dell’Innovazione, sono il regno di libri e riviste disponibili per chi vuole immergersi nella lettura senza alcun costo.
La più grande si estende per soli 40 metri è si distingue per una particolarità che si “evidenzia” nelle ore notturne.
I vantaggi della cultura
L’illuminazione interna la predispone come una sorta di lanterna.
Un’immagine suggestiva se pensiamo al potere della cultura, capace di sottrarci dal buio dell’ignoranza.
Le forme che seducono
Realizzate in materiali particolari, le mini biblioteche, possono essere trasportate ovunque; attualmente, oltre ad invogliare alla lettura, hanno il duplice scopo di rivalutare un parco pubblico quasi abbandonato.
Le forme sono accattivanti e non osano “sfidare” l’ambiente circostante.
Natura e cultura
Uno dei padiglioni è ospitato da un tronco d’albero cavo in cui sono collocati scaffali pieni di libri e comode sedie su cui adagiarsi per la lettura.
Gli altri tre rispettano canoni comuni: la forma cubica, materiali versatili, originalità.
L’estetica non può, pertanto, essere messa in discussione; ha, anzi, un potenziale attrattivo.
Libertà di informazione
L’unica, ma fondamentale, titubanza é rispetto ai protagonisti cartacei; la Corea del Sud, difatti, non si distingue per la libertà di informazione.
Il dubbio è nella qualità dei libri selezionati, mediati dalle priorità restrittive della politica locale.
Nonostante ciò, non possiamo trascurare che le parole sono “alate” e hanno il potere di varcare qualsiasi “colonna d’Ercole” che limiti l’esplorazione degli orizzonti soggettivi.