In Italia sono 6 coppie su 10 ad essere favorevoli agli accordi prematrimoniali. Dunque la maggioranza dei cittadini, in procinto di convolare a nozze, vogliono essere preparati in caso l’amore dovesse finire. Tale accordo, già diffuso in Europa e nel mondo, potrebbe essere introdotto in Italia, che come al solito resta indietro, entro un anno.
Fin’ora gli accordi pre-matrimoniali non sono mai stati ben visti dal punto di vista della nostra giurisprudenza a causa di una Cassazione piuttosto conservatrice, però i dati sempre più in crescita delle coppie favorevoli pronte a fare il grande passo non possono più essere ignorati.
Il 12 dicembre scorso il Governo ha approvato sia il decreto-legge sulle semplificazioni sia un disegno di legge sulle semplificazioni. Il primo è entrato in vigore subito e trasmesso alle Camere per la c.d. conversione in legge che dovrebbe avvenire proprio in questi giorni. In questa legge la delega al Governo non c’è. Il secondo invece è, appunto, un disegno di legge, ovvero una proposta governativa che dovrà essere sottoposta all’attento esame del Senato e della Camera con un iter molto più lungo rispetto a quello previsto per il Decreto Legge. Per ora non c’è nessuna delega e i patti prematrimoniali rimangono solo un auspicio che si spera possa concretizzarsi.
Cosa sono gli accordi prematrimoniali
Gli accordi prematrimoniali sono dei contratti stipulati dai coniugi con cui disciplinano preventivamente quali saranno i loro rapporti patrimoniali in caso di separazione o divorzio. La finalità di questo istituto è di evitare tutte le difficoltà legate alla fase patologia del rapporto, stabilire i criteri per l’indirizzo della vita familiare e l’educazione dei figli. Per quanto riguarda l’obbligo della corresponsione degli alimenti non potrà essere toccato. La parte su cui si potrà agire è soprattutto quella patrimoniale.