In occasione della giornata mondiale sull’endometriosi, il 26 marzo, Palazzo Madama si illuminerà di giallo, dal tramonto di oggi fino all’alba di domani.
Il Senato aderisce all’iniziativa “Facciamo luce sull’endometriosi” per sensibilizzare su una malattia che interessa circa 3 milioni di donne in Italia e che si può prevenire attraverso una corretta informazione.
“In questi anni ho preso particolarmente a cuore il tema della salute della donna e il problema dell’endometriosi, su cui ho lavorato a lungo, già nel mio precedente ruolo di Presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, promuovendo migliori diagnosi e trattamenti e impegnandomi per l’istituzione del Fondo nazionale per la ricerca e le cure. Convinto sostenitore dell’importanza della ricerca, da membro del Governo ho quindi promosso il bando di ricerca sull’endometriosi e, in occasione della Giornata mondiale, su mia richiesta, il Ministero della Salute sarà illuminato di giallo, per richiamare, ancora una volta, l’attenzione sul tema e sui progressi che stiamo ottenendo a beneficio delle donne nonché in favore della ricerca in sanità”. Così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.
3 milioni di donne che soffrono di Endometriosi
L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa.
Gli studi istologici hanno evidenziato che l’endometrio nella endometriosi è simile all’endometrio normale. È caratterizzato dalla presenza di recettori ormonali, come l’endometrio normale; ma ha un’alta capacità di adesività che gli permette di aderire a strutture extrauterine, come le sedi in cui l’endometriosi si sviluppa. Sebbene sia ritenuta una patologia dell’età riproduttiva, sono descritti rari casi di endometriosi anche in post-menopausa, soprattutto in donne che stiano assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni.
Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna.