Salerno sarà invasa dai lettori accaniti di Banana Yoshimoto. L’ateneo della città cilentana si arricchisce, per una giornata che per molti sarà memorabile, di una dimensione letteraria di risonanza mondiale.
Sarà ospite l’eclettica e geniale scrittrice giapponese che si è imposta nel panorama culturale sin dal suo esordio.
Appuntate la data in rosso e sottolineatela con l’evidenziatore perché è un’occasione imperdibile per conoscere un’artista di talento e fama indiscutibili.
Giovedì 16 maggio, ore 11:00, presso il Teatro di Ateneo “Filippo Alison”, è una delle date previste dal programma di internazionalizzazione culturale attivato dall’università salernitana.
La cultura è potere
La cultura apre al mondo e lo rende “casa di tutti”.
Ogni cambiamento parte dalle coscienze e poi si concretizza in azione capillare, autonoma fino a coinvolgere le masse.
Banana ci offre una fetta di mondo, ci conduce oltre le pareti del teatro pur restando seduti al nostro posto.
La cultura ci dota di ali leggere e l’apertura mentali di mappe che si rinnovano ad ogni battito di ciglia.
Un potere infinito racchiuso tra le pagine di un libro.
Le origini di Banana
La scrittrice nasce a Tokio il 24 luglio 1964.
Cresce in un contesto stimolante in cui la creatività è pane quotidiano, tanto che entrambe le sorelle esprimono i loro talenti in giovane età; sua sorella Haruno Yoiko, è nota nel mondo delle anime giapponesi come una talentuosa disegnatrice.
La passione li accomuna anche se si esprime con linguaggi artistici differenti.
Banana, tuttavia, adagia il suo stile letterario, alla potenza creativa dei manga che la sorella realizza.
Il padre, Takaaki, è un rinomato intellettuale, saggista e poeta con un ideologia fortemente di sinistra.
Ha realizzato un saggio conosciuto con il titolo “Yoshimoto Takaaki X Yoshimoto Banana”, opera che rivela tutta la profonda ammirazione per sua figlia.
Banana si laurea specializzandosi in letteratura al college delle arti della Nihon University. Durante i suoi studi nasce lo pseudonimo con cui è nota a tutto il mondo.
Banana per scelta e per vocazione
Mahoko, il nome scelto dai suoi genitori, finisce nell’oblio per far posto a Banana.
La scrittrice lo giustifica con una spiegazione banale, legata alla semplice gradevolezza dell’appellativo.
E’, tuttavia, nota la sua passione per i fiori rossi del banano, pianta immancabile nella sua casa in Giappone.
Altra ragione potrebbe essere legata al fatto che “Banana” è un nome che resta invariato in tutte le lingue risultando, pertanto, facile da riconoscere e memorizzare.
Un fil rouge che attraversa la sua vita
Il colore rosso sembra riproporsi anche nelle sue passioni cinefile.
Le atmosfere vermiglie e cupe sono il “fil rouge” del suo film preferito; italiano e dalle tinte intensamente intimiste, Suspiria di Dario Argento, rigorosamente italiano, sembra appassionare la nostra amata scrittrice nipponica.
Nel rivelare la sua predilezione per i films horror, Banana, sottolinea una sensazione che ha sempre accompagnato la sua infanzia, di essere “diversa”.
Sola nella sua temuta follia
Un sentore che era fomentato da una solitudine feroce in cui si percepiva folle e incompresa.
Lei stessa dichiara che nel film ha, paradossalmente trovato rassicuranti risposte alle sue incertezze:
“verso i quattordici anni ho visto Suspiria di Dario Argento tutto il mondo che avevo nella mia mente e che mi separava dal mondo degli altri, era lì, in quei colori e quelle immagini, già completo e perfettamente formato. Capii che non ero pazza, e non ero più sola. Quando lo dico, alcuni storcono il naso, forse perché non considerano Dario Argento un grande artista. Ma io penso che forse, se non avessi visto quel film e non fossi uscita dal cerchio della mia solitudine, avrei finito per uccidermi”.
Il profondo senso di solitudine è ripreso nel suo primo bestsellers “Kitchen”, in cui racconta di Mikage, rimasta sola al mondo in seguito alla morte della nonna.
L’impatto emotivo sul panorama letterario si concretizza in due film, uno girato a Hong Kong e l’altro in Giappone.
Tra le sue scrittrici predilette, Emily Brontë, con la sua celebre opera “Cime tempestose” che ha riletto innumerevoli volte.
Il potere nelle sue mani
Crede nel potere rivoluzionario della scrittura, ma si dichiara non credente, anche se si affida ad un’entità soprannaturale di riferimento nei momenti di sconforto.
Tale presenza aleggia e conferma il suo “peso” intimo anche nei suo romanzi.
Adora gli animali con cui condivide il suo quotidiano.
Insieme a lei, ascoltano musica rock. Balla al ritmo cadenzato e intenso dei Nirvana, Prefab Sprout, John Frusciante e Mike Oldfield.
Una personalità dalle sfumature complesse
Stille di una personalità complessa che emerge dalle sue opere e dalle sue “colorite” passioni capaci.
Esse sono capaci di accogliere un mondo così lontano dalla sua istruzione “originaria”.
Un’apertura mentale che affascina lettori di ogni origine e cultura e che non smette di stupire, pagina dopo pagina.