Niente rappresenta il suono della libertà più del jazz. Imperfetto, strano, sinuoso, scostante, altalenante, veloce e lento allo stesso tempo. “Il jazz è libertà, pensaci”, diceva uno che di musica se ne intendeva. Il suo nome era Thelenious Monk, che con il suo pianoforte cambiò la storia di questo genere.
Un genere che oggi trova spazio in forme diverse e che riesce a contaminare e a influenzare non solo musicisti e compositori, ma anche registi, artisti, scrittori, programmatori. Nel cinema, ad esempio, il jazz ha fornito colonne sonore iconiche e atmosfere suggestive che sono entrate nella Hall of Fame del grande schermo. Pellicole come “Whiplash” oppure “La La Land” passando poi per “Bird” celebrano il genio e la passione dei musicisti jazz, mentre Spike Lee, nel suo “Mo’ Better Blues” parla proprio della gioia e della vita che si nascondono nel mondo del jazz ma anche delle sue sfide, delle sue ribellioni.
Perfetta per creare atmosfere di mistero e tensione in film noir e thriller, la musica jazz è un ingrediente fondamentale anche nel gaming, dove sempre più spesso non si limita ad essere sfondo, ma direttamente protagonista. È il caso della slot machine online The Big Easy, prodotta dalla software house IGT e ad oggi tra le più ricercate sul web. Il tutto ruota intorno ai musicisti jazz e ai locali notturni americani, lo scenario giusto per ambientare una slot dal grande coinvolgimento. Così come fa la serie di videogiochi “Bioshock” che utilizza la musica jazz per creare un’esperienza videoludica immersiva e coinvolgente.
Da generi più “moderni” come il cinema e il gaming, passiamo per un attimo alla vecchia e buona carta, quella dei libri e della letteratura. Anche qui il jazz la fa da padrone: prendete ad esempio Jack Kerouac e “On the Road”, il celebre romanzo “Sulla strada” della Bit Generation. Qui il jazz svolge il ruolo di allegoria, in fondo, dell’energia e della libertà di quel periodo storico. Il suo ritmo pulsante e la sua spontaneità riescono a far viaggiare il lettore sulle note delle pagine, per assaggiare non solo le avventure dei protagonisti, ma l’atmosfera di quel pezzo di mondo.
Abbiamo parlato di tutti i generi, tranne uno, quello che li raccoglie tutti: l’arte. Parlare del jazz nelle rappresentazioni artistiche è difficile e ci vorrebbero ore e ore. Prendiamo allora solo un esempio, quello di Matisse, che negli anni 40 lavora ad un libro d’artista dedicato proprio al Jazz. 20 tavole, 150 pagine, solo 250 esemplari. Tra decoupage e carte colorate, tra tagli e parole, Matisse condensa il segreto di un genere per creare quello che lui chiama uno “sfondo sonoro”. Che a pensarci bene è una bella definizione di Jazz.